I tre elementi fondamentali del sistema domotico

Ne ho accennato in precedenza, mi pare doveroso indicare cosa sono gli elementi fondamentali della domotica perché possiate seguirmi meglio.

Gli elementi fondamentali del sistema domotico sono fondamentalmente 3, e precisamente:

  1. L’insieme dei SENSORI, cioè di quegli elementi che inviano dati alla domotica;
  2. L’insieme degli ATTUATORI, cioè di quegli elementi che agiscono operando accensioni e spegnimenti di carichi elettrici o aperture o chiusure di valvole;
  3. La rete di comunicazione, che comprende anche la comunicazione con l’utente che si troverà ad una imprecisata distanza da quanto sopra.

Come sensori possiamo avere tante cose: dai pulsanti che accendono le luci ai sensori ad infrarossi che leggono la presenza di corpi nella stanza, dai termometri agli igrometri, dai microswitches che indicano l’apertura di porte e finestre ai rivelatori di gas, fumo e quant’altro.

Avere un adeguato “pannello” di sensori permette di interpretare velocemente la situazione, e di capire facilmente se è necessario fare qualcosa.

Fra i sensori merita una particolare annotazione quello che indica la presenza di corrente elettrica: la domotica potrà anche funzionare a batteria (con batteria tampone), ma sicuramente frigorifero e caldaia dipenderanno in larga misura dalla presenza di alimentazione di potenza e la presenza o assenza di corrente è una delle prime cose da sapere per decidere la linea d’azione da seguire.

Gli attuatori generalmente sono dei relais che chiudono un contatto elettrico, a volte questo contatto elettrico alimenta il solenoide di una elettrovalvola che si apre o si chiude a seconda della necessità.

Una categoria a parte di attuatori è quella dei DIMMERS o regolatori di potenza che possono regolare la quantità di energia inviata ad una lampada (incandescenza o alogena) regolandone la luminosità.

La rete di comunicazione invece è quell’insieme di dispositivi che si occupa del trasferimento delle informazioni e della alimentazione in modo che tutti i dispositivi funzionino e possano scambiarsi i dati.

Opzionalmente l’impianto potrà disporre di una minima intelligenza locale che servirà a due livelli:

  1. Esecuzione autonoma di procedure fisse;
  2. Esecuzione di procedure più lunghe che si desidera demandare “alla casa”.

Per esempio io come utente domotico posso desiderare che, dato che fra 3 ore sarò nella mia casetta in montagna, il riscaldamento si accenda: a questo scopo comando l’entrata in funzione di un termostato tarato per una temperatura ambiente a 18 gradi centigradi e demando a questo dispositivo di cercare di far raggiungere alla casa la temperatura richiesta.

Questa è una procedura fissa, io non desidero necessariamente di poter regolare la temperatura da remoto, ma desidero solo riportare la casa ad una temperatura accettabile indipendentemente dal gelo invernale in modo che quando arrivo l’ambiente sia accettabile, quindi demando ad un termostato determinate operazioni.

Riprendiamo invece l’esempio che facevo prima della lavatura dei piatti mentre comincia a nevicare forte, in quel caso io desidero partire lasciando la lavastoviglie in funzione “incaricando” la intelligenza digitale di operare la chiusura dei circuiti dell’acqua e la disattivazione elettrica della lavastoviglie:

  1. Quando la lavastoviglie segnala di aver finito il ciclo (poche lavastoviglie hanno questo genere di output;
  2. Dopo diciamo due ore dalla mia partenza

In questo modo (sia nel caso 1 che nel caso 2) io posso partire tranquillo che la lavastoviglie non resterà sotto tensione e con la pressione piena dell’acquedotto sulla elettrovalvola che regola il carico d’acqua.

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