HeatOnDemand
Il caso vuole che noi avessimo già cominciato a studiare il funzionamento secondo il principio Heat On Demand prima che le riduzioni dell'export di gas da parte della Russia rendesse davvero attuale il concetto.
Heat On Demand è un ulteriore sistema per risparmiare combustibile senza peggiorare la vivibilità degli ambienti, ed il risparmio di combustibile è, in questo caso, davvero sensibile!
Stiamo ovviamente parlando di una abitazione domestica, dotata di un numero X di ambienti separati ed abitata da un numero Y di persone.
Il concetto dell'Heat On Demand è molto semplice: invece di scaldare uniformemente tutta la casa, riscalderemo in modo normale gli ambienti occupati e manterremo ad una temperatura inferiore al normale gli ambienti dove non si trova nessuno. Ma non solo!
La abitazione asservita all'Heat On Demand avrà una temperatura interna funzione sia della temperatura esterna che dello "status" della casa.
Il concetto è complicato e stiamo predisponendo una adeguata documentazione al riguardo, ma possiamo qui accennare al fatto che vi sono non meno di 5 livelli termici di riferimento (variabili a seconda della temperatura esterna) i quali fanno capo alle varie situazioni possibili.
Ogni ambiente separato dovrà avere un proprio sensore di temperatura ed eventualmente di umidità, ed almeno un rilevatore ad infrarossi in grado di rilevare la presenza di persone occupanti l'ambiente.
Il sistema domotico di gestione utilizzerà i rilevatori ad infrarossi come sensori di allarme quando la casa è disabitata, e commuterà la funzione dei rilevatori a sensori di Heat On Demand quando invece la casa è abitata.
La funzionalità non è forse fra le più banali, anche perchè non è applicabile ad un sistema totalmente "tradizionale" di riscaldamento (quello cioè basato esclusivamente sui radiatori in ghisa o alluminio), in quanto le inerzie termiche di questi elementi renderebbero inaccettabili i tempi di recupero termico.
È allora indispensabile che ai sistemi "lenti" di riscaldamento (radiatori e riscaldamento a pavimento) si affianchi un sistema "veloce" costituito dai ventilconvettori (anche chiamati Fan Coils).
Il bello di questa struttura è che può operare efficacemente anche con caldaie a condensazione, le quali garantiscono un rendimento maggiore delle caldaie tradizionali e quindi contribuiscono ulteriormente al contenimento della spesa di consumo.
Il funzionamento di base, semplificando il concetto al masimo, è il seguente:
- In un ambiente dove vi è presenza di persone il dispositivo di controllo domotico comanda all'impianto di fornire calore fino al raggiungimento della temperatura richiesta (ad esempio 19 gradi), utilizzando il termometro installato nel locale per interrompere l'erogazione di aria calda dal ventilconvettore quando la temperatura viene raggiunta, il mantenimento della temperatura sarà affidato ai sistemi "tradizionali" di riscaldamento con occasionali interventi dei fancoils se necessario.
- In un ambiente dove invece non c'è nessuno la temperatura verrà lasciata calare fino al raggiungimento di un valore decisamente più basso in modo da diminuire le dispersioni. Il valore reale della temperatura che l'ambiente disabitato dovrà raggiungere verrà fissato in modo da consentire ai dispositivi di riscaldamento di riportare la temperatura a quella "ottimale" del punto soprastante in un tempo basso a sufficienza da non far avvertire sensazione di fastidio alla persona entrata (cioè entro 2 o 3 minuti dall'ingresso).
In realtà questa sopra è una semplificazione davvero grandissima, perchè non tiene conto di molti altri fattori che hanno complicato notevolmente il nostro studio permettendoci di inpiduare 5 persi livelli termici che possono essere persi da ambiente ad ambiente.
Volete saperne di più? A breve pubblicheremo su questo sito i principi fondamentali dello studio da noi effettuato e sul sito di Domotica-Digicsoft faremo vedere le apparecchiature da noi impiegate e la domotica coinvolta.
